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Sculture moderne e contemporanee

Sculture moderne e contemporanee su Minerva Cafè

L’articolo dedicato alla storia della scultura moderna e contemporanea e ai suoi protagonisti su Minerva Cafè, la sezione di arte e cultura della casa d’aste.

Scultura futurista

Manifesto della Scultura futurista e Umberto Boccioni

Nel 1912 venne redatto il “Manifesto della scultura futurista”, che enuncia i principi di una scultura data dalla compenetrazione di piani diversi e su cui applicare il concetto futurista del dinamismo. Boccioni, in opere come “Forme uniche di continuità nello spazio” e “Sviluppo di una bottiglia nello spazio”, sperimenta una sintesi plastica tra la figura scolpita e l’ambiente che la circonda. Rende visibile il prolungamento degli oggetti nello spazio seguendo gli insegnamenti di Medardo Rosso, per cui l’immagine sembra perdere i contorni definiti e fondersi con l’intorno. In queste opere, e nella scultura in generale, egli può mettere in pratica quello che non poteva fare appieno nella pittura: la ricerca e la definizione delle linee di forza degli oggetti, quelle prodotte dal corpo in moto e quelle dovute al movimento dello spettatore. Si genera così nell’opera plastica una simultaneità delle vedute che porta alla piena compenetrazione dei piani figurativi.

In “Forme uniche di continuità nello spazio” deforma addirittura le fattezze umane, eliminando le braccia della figura e costruendola attraverso pieni e vuoti, per poter al meglio manifestare la tensione e la torsione del soggetto.

Giacomo Balla

Anche Balla, in seguito, applicherà i dettami dell’arte futurista alla scultura. In opere come “Linee-forza del pugno di Boccioni” costruisce le figure attraverso traiettorie nello spazio e linee circolari, che sostituiscono le parti anatomiche e che esprimono la sensazione di movimento e di forza del personaggio rappresentato.

Le sculture della serie “Fiori futuristi” sono caratterizzate da forme geometriche e innaturali e da colori vivaci che hanno lo scopo di rallegrare lo spettatore e la natura. Le opere invece in filo metallico, come “Linee di velocità e vortici”, sono frutto di un processo di stilizzazione formale e della combinazione tra linea e tridimensionalità.

Le aste di sculture moderne di genere futurista sono rappresentate proprio da opere in legno di Balla, come “Fiore futurista verde e rosa” o “Fiore futurista blu e verde”.

Scultura astratta

Scultura in Europa

Fautori di un rinnovamento della scultura in senso astratto, agli inizi del XX secolo, furono gli artisti russi della corrente del Costruttivismo. Tra loro, Vladimir Tatlin utilizza materiali come ferro, vetro, legno combinandoli fra di loro con la volontà di abbandonare gli strumenti classici della tradizione accademica per accostare la scultura alla tecnica e alla vita comune. I fratelli Antoine Pevsner e Naum Gabo furono esponenti di una scultura astratta realizzata con materiali come plastica trasparente e metallo e caratterizzata da linee strutturali che suggeriscono il movimento.

In Svizzera Hans Arp arrivò ad elaborare sculture in legno e marmo dall’aspetto biomorfo attraverso la sperimentazione di collages con pezzi di legno e altri materiali comuni. Sempre qui, ma qualche anno più tardi, emerge la personalità di Alberto Giacometti il quale crea opere dalla superficie liscia con concavità e convessità dal forte valore simbolico, per arrivare in seguito ad una scultura dai contorni frantumati e dalla superficie grumosa, una scultura non più isolata dallo spazio.

La situazione in Italia

Tra gli scultori italiani del periodo fascista spiccano i nomi di Arturo Martini, Marino Marini e Giacomo Manzù. Se Martini ebbe la capacità di affrontare tematiche tradizionali e moderne avvicinandosi con duttilità e virtuosismo a diversi tipi di materiali, Marini si concentrò su temi classici ai quali sottrae ogni aspetto monumentale dirigendosi anche verso un’astrazione formale. Manzù invece si dedicò soprattutto a temi e personaggi religiosi, che trattava allo stesso tempo con semplificazione geometrica delle forme, forza poetica e partecipazione umana.

In Italia la scultura astratta ebbe una diffusione molto più lenta e dibattuta, per cui molti artisti includevano nelle loro opere elementi di astrazione non perdendo però del tutto la figuratività: è questo il caso di Mirko Basaldella e Pericle Fazzini.

Vera e propria astrazione è visibile nelle opere di Lucio Fontana, che attraverso l’interesse per la materia e il suo andare oltre lo spazio, giunge anche in scultura con diversi materiali (ceramica, bronzo, cemento, prodotti sintetici) ad una sintesi delle forme di carattere primordiale.

Alberto Viani rappresenta corpi femminili e maschili, in marmo e bronzo, con una sempre maggiore essenzialità formale che suggerisce la plasticità dei soggetti rappresentati. Pietro Cascella attraverso incastri di blocchi di marmo e pietra va alla ricerca di forme sintetiche primordiali, di carattere monumentale e grandioso, anche nelle piccole dimensioni. Pietro Consagra, invece, prosegue il percorso della scultura astratta con sottili e quasi bidimensionali lastre metalliche segnate da incisioni e vuoti, volte ad esprimere il rapporto dell’uomo con la società che lo circonda.

Arnaldo Pomodoro e Giò Pomodoro, in anni successivi, elaborano un nuovo linguaggio figurativo in chiave astratta. Arnaldo crea strutture in bronzo, per lo più sferiche, dalla superficie esterna levigata interrotta da squarci e tagli che mostrano gli ingranaggi e il tormento interni della materia, con la volontà di distruggere la perfezione formale e di contrapporre la forza con la fragilità. Giò invece dà vita a grandi costruzioni con blocchi in marmo o pietra di varia forma che vengono accostati o sovrapposti per andare ad esprimere significati ideologici e sociali.

Opere di Manzù, Basaldella, Fazzini, Viani, Cascella, Consagra, Fontana, Arnaldo e Giò Pomodoro costituiscono la parte più importante delle aste di scultura moderna.

Scultura seconda metà del ‘900

Caratterizza la scultura degli anni ‘60-‘70 fino alla fine del secolo una grande libertà di sperimentazione sia dei materiali, anche di produzione industriale, sia dei metodi di rappresentazione, dato che molte opere di scultura contemporanea sconfinano nel campo dell’installazione, come avviene anche nell’ambito dell’Arte Povera. Esponente proprio di questa corrente, Michelangelo Pistoletto utilizza materiali comuni perché nell’arte si possa esprimere la realtà. Nella sua celebre “Venere degli stracci” contrappone il calco in gesso di una Venere classica ad un cumulo di stoffe disordinate, sovrapponendo il passato al presente.

Pino Pascali nei suoi “Bachi da seta” utilizza spazzoloni colorati, cioè oggetti presenti in uso nelle case, che attraverso la sua opera giungono nell’arte.

L’affermazione dell’installazione durante gli anni ’90 vede un suo grande interprete in Maurizio Cattelan, il quale, unendo la scultura di tipo figurativo con l’installazione e l’happening, arriva a creare provocatorie, ironiche e spiazzanti composizioni. Le opere di Cattelan hanno anche un carattere mediatico arrivando a utilizzare dinamiche televisive e pubblicitarie, come avvenuto alla Biennale di Venezia del 1993 durante la quale l’artista ha affittato il proprio spazio espositivo ad una agenzia di pubblicità.

Gino Marotta, figura centrale della scena artistica italiana per tutta la seconda metà del ‘900, si è dedicato a un continuo sperimentalismo di nuovi materiali e tecniche. Diede vita a un mondo fantastico, ispirato alla natura e al suo rapporto con l’aspetto virtuale e artificiale. Questo  è manifesto nei suoi “Alberi” o nei suoi animali, strutture in plexiglass bidimensionali e trasparenti che ci ricordano il legame con la natura e il mondo animale.

Le aste di scultura contemporanea offrono, tra le altre, proprio opere di Pistoletto, Cattelan, Marotta oltre a quelle di Maria Lai e Enrico Baj.

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