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Quadri contemporanei: pittori e storia

Arte contemporanea: le pillole di Minerva Cafè

In questo articolo dedicato ai quadri contemporanei di Minerva Cafè potrete conoscere i principali movimenti e stili, assieme ai pittori che vi appartengono.

Pittori italiani contemporanei

Tra i pittori italiani contemporanei, che si divisero su posizioni astrattiste e realiste, emersero le figure di Alberto Burri e Lucio Fontana. Il primo utilizza nei suoi quadri materiali naturali e artificiali, come la juta, legni bruciati, la plastica, che compone nei suoi quadri con armonia formale e su cui lui stesso opera fenomeni di degradazione, con l’intento di scoprire sempre nuove possibilità espressive.

Lucio Fontana, esponente dello Spazialismo, mira ad andare oltre la superficie dell’opera e ad evocare atmosfere misteriose e infinite che vanno oltre lo spazio. Per fare ciò manipola e rende dinamica la superficie provocando semplicemente dei tagli o dei buchi sulla tela monocroma, arrivando poi ad elaborare una essenzialità della forma che aspirava ad una sorta di ascesi.

Le opere, le illustrazioni e le stampe di Hartung, Dubuffet, Tápies, Asger Jorn, Emilio Vedova, Giuseppe Capogrossi, Afro Basaldella, Arnaldo Pomodoro, Burri, Fontana, Henry Moore,  Francis Bacon, le cui figure esprimono disperazione e insensatezza della vita rappresentano una parte importante delle aste di arte contemporanea che contengono l’Informale europeo.

Espressionismo astratto

Gli artisti che operarono nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale si trovarono di fronte ad una generale crisi della razionalità moderna, in un mondo governato dal caos e dal pessimismo.

Questi sentimenti vengono rappresentati in un’arte vissuta come esperienza e come processo di improvvisazione psichica, in cui lo scorrere del tempo e l’accettazione dei suggerimenti del caso assumono un ruolo fondamentale.

Avvenne in questo contesto uno spostamento del centro di propagazione dell’arte contemporanea dall’Europa all’America, favorito dalla migrazione degli artisti europei in fuga dalla guerra e dalla loro influenza sulla formazione dei giovani americani. È infatti nel nuovo continente che nasce la corrente dell’Espressionismo astratto, che sviluppa un’arte non figurativa, mediata però dalla centralità della figura dell’artista e per la quale i quadri erano caratterizzati da grandi dimensioni, dalla piattezza delle superfici e dalla gestualità del pittore. Jackson Pollock, uno dei maggiori esponenti di questa corrente, formulò delle tecniche che rendessero possibile la sua volontà di fare del caso parte integrante dei suoi quadri astratti. Utilizzando la tecnica del dripping e dell’action painting faceva sgocciolare sulla tela, anche camminando su di essa, i colori che andavano a creare dei grovigli e dei percorsi casuali, sottolineando l’importanza dell’improvvisazione.

Un’altra corrente interpretativa dell’arte astratta di quegli anni fu quella del Color Field, una pittura dall’emotività più attenuata e caratterizzata da stesure di colore monocrome, piatte e liquide, rotte da tre o quattro zone di colore diverso, di cui Mark Rothko fu il rappresentante maggiore.

Sam Francis, esponente di una corrente più legata alla spiritualità e alla calligrafia orientale, è presente con le sue acqueforti e stampe nelle aste di espressionismo astratto americano.

Informale europeo

Parallelamente all’espressionismo astratto americano, in Europa si sviluppa la corrente dell’arte Informale, caratterizzata dal rifiuto per qualsiasi forma, sia realista che astrattista, in una società che non riusciva a dare un senso alla storia. È proprio questo che la differenzia dalla corrente americana, che invece era libera da contesti storico, sociali, politici e dalla tradizione artistica.

L’informale europeo si sviluppò seguendo due percorsi differenti: uno definito dal segno-gesto guidato dall’istinto, come in Hans Hartung, e l’altro di carattere più materico, dove i colori sono utilizzati con altri materiali come una pasta densa e come materia scultorea, teso a significare l’artista che vive il suo tempo. Jean Dubuffet predilige un modo di raffigurare molto infantile e primitivo, libero dalle norme della ragione e volto alla riscoperta di un’autenticità dello spirito; mentre Antoni Tápies utilizza oggetti comuni insieme a materiali come sabbia e gesso per dare ai suoi quadri una qualità tattile e narrativa.

Arte Concreta

Mentre si sviluppavano le correnti dell’Espressionismo Astratto e dell’Informale europeo, su un altro fronte nacquero movimenti legati alla tradizione delle Avanguardie storiche.

Sull’eredità dell’Astrattismo geometrico si delineò l’Arte Concreta, cioè un’arte che rifiuta sia la riproduzione della realtà sia la sua astrazione, andando verso una produzione fatta di forme geometriche e colori puri elaborati dalla personalità dell’artista. Essa vuole riprodurre concretamente oggetti che non hanno nulla a che fare con la natura esteriore, ma con la natura del pensiero, elemento che sostanzialmente la differenzia dall’Astrattismo storico.

Victor Vasarely, esponente dell’Optical Art, basa i suoi quadri astratti sugli inganni visivi e sulle reazioni ottiche a forme geometriche dal cromatismo piatto e brillante. Con questo continuo movimento dell’occhio e instabilità percettiva vuole indurre lo spettatore a partecipare all’opera e a fare di essa patrimonio di tutti e parte attiva della società.

In Italia l’interesse per l’Astrattismo si rivelò nella nascita del MAC (Movimento dell’Arte Concreta), le cui finalità erano di promuovere forme pure prive di ogni riferimento con il mondo esterno perfettamente in linea con le direttive dell’Arte Concreta europea. Apparteneva al gruppo Piero Dorazio, i cui quadri astratti fatti di segni e linee di colore diverso, che creano un reticolo di strutture dai singolari effetti percettivi, avevano come fine la manifestazione della tecnica costitutiva.

Interessante esponente dell’arte astratta di quegli anni fu anche Enrico Castellani, il quale lavorava la tela con delle punte creando un disegno geometrico tridimensionale, con sporgenze e incavi, reso movimentato dalla diversa incidenza della luce sulla superficie. Egli voleva che le sue opere non fossero interpretabili, ma solamente oggetti lavorati rigorosamente in maniera geometrica.

L’istanza di utilizzare il movimento come parte integrante delle opere d’arte astratta è propria delle costruzioni sospese di Alexander Calder, dove delle superfici di varia forma sono collegate fra loro da strutture ramificate appese al soffitto, libere di muoversi a seconda dei movimenti dell’aria e del passaggio degli spettatori.

Personalità indipendente fu quella di Bruno Munari, artista, designer, scrittore, il cui percorso creativo fu caratterizzato da una costante sperimentazione di forme e materiali: le sue macchine inutili, strutture aeree concepite proprio per non funzionare, le possibilità percettive dei messaggi tattili, la creazione di giochi interattivi per bambini e le innovative opere di design.

Lo sviluppo in quegli anni del movimento come aspetto della composizione artistica significava inserire e programmare nelle opere anche la dimensione del tempo, andando così ad aprire la strada alla diffusione della Body Art e dell’arte intesa come Happening.

L’arte concreta, cinetica, optical viene rappresentata nelle aste di arte contemporanea da opere, disegni e stampe di Vasarely, Mario Radice, Osvaldo Licini, esponenti dell’astrattismo geometrico italiano, Dorazio, Castellani, Alexander Calder e Bruno Munari.

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