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Lorenzo Delleani (Pollone 1840 - Torino 1908)
oil on board, 28,8 x 47,1 cm
signed lower right
€ 7.000 - € 12.000
Sold for € 8.750
Notes:
PROVENIENZA:
Casa Ducale di Genova, Torino;
collezione Penna, Torino;
collezione privata, Torino;
collezione privata, Roma.
ESPOSIZIONI:
Torino, Società Promotrice, 1872.
BIBLIOGRAFIA:
Catalogo degli Oggetti d'Arte ammessi alla XXXI Esposizione della Società Promotrice delle Belle Arti, Torino 1872, p. 11, n. 140;
Società Promotrice delle Belle Arti. "Gazzetta Piemontese", anno VI, n. 120, Torino 1872, p. 1;
R. C., Esposizione di Belle Arti. "Gazzetta Piemontese", anno VI, n. 139, Torino 1872, pp. 1-2;
Esposizione di Belle Arti. Soc. Promotrice di Torino. "L'Arte in Italia", anno IV, dispensa VII, Torino 1872, p. 107;
L. Rocca, Rivista Generale e Capi d'arte acquistati ecc. "Ricordo della pubblica esposizione del 1872", Torino 1872, PP. 13, 21;
A. Dragone e J. Dragone, I Paesisti piemontesi dell'Ottocento, Milano 1947, p. 145;
A. Dragone, Delleani, Biella 1973-1974, vol. I, p. 72-73, n. 73, tav. IV, p. 64; vol. II, p. 110 n. 73.
L’opera è un’altra versione, di dimensioni minori e con minime varianti, del quadro nella collezione della Pinacoteca Nazionale di Bologna. Quest’ultimo, una tela di cm 69 x 110 1, fu acquistato direttamente dall’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1869 2. Dipinta in quello stesso anno ed esposta alla XVI Esposizione della Promotrice di Bologna, l’opera rientrava pienamente nel gusto tardoromantico dell’epoca, e fu forse per via del successo riscosso che Delleani decise di replicarla nella versione qui presentata. Con dimensioni ridotte rispetto alla versione del 1869, il nostro dipinto, su tavola, venne esposto nell’anno di esecuzione (1872) a Torino, alla XXXI Esposizione della Società Promotrice delle Belle Arti 3. Le due versioni si differenziano solo in alcuni dettagli: il balcone della locanda leggermente tagliato, l’insegna semplificata, la giubba del cavaliere in piedi accanto alla servetta, la posa più vivace del gatto in basso a destra, come se qualche rumore l’avesse spaventato. La differenza più evidente è, forse non a caso, nel cielo, dove le nuvole segnano un andamento del tutto diverso, con meno sprazzi di cielo azzurro ma un gioco più raffinato di piccoli tocchi di colore. Tra 1869 e 1872 il cambiamento più notevole risulta quindi quello di resa pittorica: alla pennellata nitida e attenta al dettaglio della prima versione segue una scioltezza di tratto che dona al dipinto una maggiore “vibrazione luminosa” 4. Nonostante il soggetto storico qui adottato nella variante della scena di genere, il pittore riesce quindi a creare un’opera vivace, soprattutto grazie alla profondità del paesaggio, che preannuncia l’orientamento schiettamente paesaggistico che adotterà da lì a pochi anni. Se, infatti, in questi primi anni di attività Lorenzo Delleani scelse più di una volta soggetti storici, allora in voga grazie all’opera di artisti come Meissonier, sarà già a partire dal 1873, dopo un illuminante viaggio a Venezia, che l’interesse per il paesaggio e per il “vero” diventerà sempre più preminente. A metà strada si presenta quindi per il Delleani come un interessante momento di studio e di passaggio verso uno stile più maturo e libero dalle inevitabili restrizioni dettate da soggetti di gusto “ufficiale”.
1 A. Dragone, Delleani. La vita, l’opera e il suo tempo, Biella 1973-1974, vol. I, p. 67, 69; vol. II, p. 108-109 n. 58.
2 A cura di G. P. Cammarota, J. Bentini, A. Mazza, D. Scaglietti Kelescian e A. Stanziani, Pinacoteca Nazionale di Bologna. Catalogo Generale. 5. Ottocento e Novecento, Venezia 2013, p. 205-206, n. 182
3 A. Dragone, op. cit., vol. I, p. 72-73, tav. IV, p. 64; vol. II, p. 110 n. 73.
4 A. Dragone, op. cit., vol. I, p. 73.
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