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Campanile
Filiberto
Napoli, Tarquinio Longo, 1610. In 2°. Numerosi stemmi xilografici incisi nel testo, alcune carte brunite, strappi marginali alle cc.F4 e K4 senza perdite, note a penna al margine inferiore delle carte N3-4, restauro al margine interno delle prime due carte, legatura coeva in pergamena floscia. Note di possesso manoscritte al frontespizio, di Ignazio Costanzi (1673), Paolo Borghese e Pasquale Marzano (1930).
€ 500 - € 700
Sold for € 625
Notes:
Si tratta di un testo di notevole importanza storica, perché testimonia la crescente domanda, da parte della nuova feudalità meridionale, di un'attività storiografica volta alla celebrazione del suo ruolo politico tramite la ricostruzione di genealogie a volte grossolanamente falsificate o mistificate.
L'elemento caratterizzante delle Armi è nel suo strutturarsi come "trattato" diretto a indicare le modalità di realizzazione di insegne nobiliari (come già avveniva nel trattato Delle imprese del Capaccio, che è del 1592), scandendone organicamente la formulazione con la descrizione di "armi" di alcune famiglie nobili napoletane, e quindi con la narrazione della loro storia. Particolarmente minute sono le notazioni relative alle "armi", che interessano colori e metalli, forme e proporzioni, ma sono organizzate con criteri di disposizione coerente del materiale, come il Campanile stesso indica nel proemio dell'opera: "con più strette leggi e più fondate ragioni, con più ordinato discorso, abbiam proposto farne un picciol trattato".
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