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Leopardi
Giacomo
Lettera autografa firmata, una pagina in 4°, 183 x 262 mm., 26 righe di testo, inviata da Bologna il 20 marzo 1806 a Macerata a Francesco Puccinotti, piccoli marginali strappi e bruniture. Al verso, indirizzo e timbro postale in rosso di Bologna.
€ 10.000 - € 12.000
Lot not sold
Notes:
Corrispondente forse meno noto di Leopardi, Giacomo Puccinotti fu principalmente uno storico della medicina, ma altri sono gli aspetti interessanti della sua complessa personalità: fu fisiologo, clinico, medico legale, letterato, filosofo, sociologo e politico. Dopo essersi laureato in medicina a Roma, praticò la medicina nelle campagne laziali, studiando le febbri di tipo petecchiale che imperversavano in quella zona. Per i suoi studi ottenne la cattedra di Anatomia e fisiologia ad Urbino, per poi insegnare Patologia e medicina legale a Macerata fino al 1831 anno in cui, dopo aver preso parte ai moti delle Legazioni, venne allontanato dalla città e gli fu impedito di esercitare la professione medica.
Nella presente lettera, Leopardi apprende del suo trasferimento a Macerata per insegnare all’Università e si congratula per l’articolo sulle febbri malariche perniciose uscito nel fascicolo di dicembre dell’“Antologia”. Immagina dunque che anche lui abbia letto nel numero successivo della rivista, il primo Saggio delle “Operette” o dei “Dialoghi” come tra loro erano abituati a definirli. “Io sono qui abbastanza sano, dopo molto aver penato e patito per colpa del maledetto inverno, mio carnefice e nemico mortale. Non so quando tornerò da coteste parti, perché sono guarito della nostalgia. Ho sempre per le mani qualche bagatella, che mi tiene occupato. I miei Dialoghi si stamperanno fra poco: ne avrai veduto un saggio nell’Antologia. (...)” Felice dell’accoglienza ricevuta a Bologna, condivide con il suo corrispondente la gioia per l’invito appena ricevuto a intervenire la settimana dopo a un’adunanza dell’Accademia Felsinea, per recitarvi alcuni versi, quelli dell’Epistola al Conte Carlo Pepoli. “Figurati come io sono gonfio”. Nella risposta del Puccinotti, l’amico elogierà Leopardi dichiarando come “Tu non sei d’altri oramai che della Storia italiana, e devi a questa obbedire, e stare in loco da dove meglio possa brillare la luce del tuo sapere”. Un presagio e un augurio: Bologna rappresentava per Leopardi il luogo ideale per irradiare il suo alto messaggio, come lo sarebbe stato Firenze e, per certi versi, Napoli....non più oramai Recanati. La sua voce aveva bisogno di spazi e tempi non provinciali, circoscritti e angusti, ma eterni: e Bologna la dotta rappresentava un perfetto tranpolino di lancio per la Gloria e la Fama, peraltro mai perseguite dal Nostro.
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