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Cavalca
Domenico
Firenze, Lorenzo Morgiani e Giovanni Di Pietro, 8 ottobre 1490. In 2°. Occhiello con titolo, spazio per capilettera con letterine guida, testo in carattere romano su due colonne, marginali fioriture, restauro al margine inferiore bianco di c.fiii, legatura del sec.XVIII in mezza pelle e cartone marmorizzato. Timbro a c.aii della Biblioteca Gustavo Galletti di Firenze; ex libris al contropiatto Landau; ex libris incollato sempre al contropiatto della biblioteca Riccardi, “Ex bibliotheca Francisci Riccardi de Vernaccia”.
€ 2.500 - € 3.500
Lot not sold
Notes:
La più vivace delle operette cavalchiane è il Pungilingua, la più ricca di aneddoti esemplari, di miracoli, di proverbi e di altri materiali folclorici. Il trattato vuol mettere in guardia dai vizi che nascono dal cattivo uso della lingua. Precedono alcune considerazioni sulla nobiltà e l’utilità del linguaggio (quasi un abbozzo dei Frutti della lingua), poi si passano ordinatamente in rassegna i peccati che l’uomo commette parlando: la bestemmia, la mormorazione, lo spergiuro, la menzogna, la detrazione, l’adulazione, la maledizione, il “convizio” o improperio, la beffa, e così via con precisione sempre crescente, fino al parlare scurrile dei giullari. L’autore segue lo schema del De peccato linguae, che fa da conclusione della Summa vitiorum del Peyraut, ma si comporta molto liberamente rispetto all’originale.
Goff C339; HCR 4774; Pell 3446; CIBN C-194; Polain(B) 1050; IDL 1199; IGI 2634; SI 1088; Sallander 2141; Madsen 1085; Walsh 2992; Pr 6349; BMC VI 681; GW 6410.
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