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Ercole
Francesco
Il carteggio si compone sinteticamente di: un faldone con le bozze dattiloscritte – con correzioni – o pagine originali di testi editi o di discorsi pronunciati dall’Ercole quali: Gli Stati italiani e l’Europa nel Rinascimento – Giuseppe Mazzini – Epistolario – La Politica di Machiavelli – Mazzini e la genesi dell’Unità – Vincenzo Bellini; scritti su: Ruggero Bonghi – Lettere del Ricasoli al Bonghi – Lettere del Bonghi al Ricasoli – lettere del Bonghi al nonno Clemente de Curtis, altra conferenza e il testo dattiloscritto originale dell’articolo: D’Annunzio vivo, pubblicato dal Corriere della Sera il 1 Marzo 1944; un fascicolo contenente 66 lettere o documenti inviate all’Ercole da parte di studiosi, istituzioni, editori ecc.; 12 documenti ufficiali; 13 lettere di studiosi o di personaggi; 10 lettere di rettori Universitari o simili per cessazione di carica di Ministro dell’Educazione Nazionale; 20 lettere su carta intestata o del Regio Senato, della Camera dei Deputati o di Ministri ad esempio: Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon, 3 lettere di Luigi Federzoni; Cesare Mori (il famoso Prefetto di ferro), Enrico Corradini, Guglielmo Marconi, Giuliano Balbino, Pellizzari ecc.); 7 lettere di Giovanni Gentile indirizzate all’Ercole (dal 1929 al 1935) di cui 4 su carta intestata del Senato, 1 su carta bianca, 1 su carta dell’Istituto Giovanni Treccani, 1 su carta dell’Istituto Fascista di Cultura; inoltre vi è una lettera del Ministro Pietro Fedele a Giovanni Gentile.Tutto da studiare.
€ 1.500 - € 1.700
Lot not sold
Notes:
Francesco Ercole (1884-1945) fu uno storico e un uomo politico italiano. Insegnò nelle università di Urbino, Sassari, Cagliari, Palermo, Roma. Deputato fascista (1929-1939), fu Ministro dell'Educazione Nazionale (1932-1935) e presidente dell'Istituto storico italiano per l'età moderna (1935). Storico delle istituzioni giuridiche e del pensiero politico medievale, studiò in modo originale i problemi del passaggio dal comune alla signoria e della nascita del principato. Venne nominato nel 1923 rettore dell'università di Palermo, carica che ricoprì per nove anni, e nel 1924 cambiò cattedra divenendo ordinario di storia moderna. Dopo la unificazione dei nazionalisti con il partito fascista, si iscrisse nel 1923 al Partito nazionale fascista (PNF), divenendo membro del direttivo federale di Palermo. Nel 1929 venne eletto deputato e lo rimase per due legislature, fino al 1939. Divenne ministro dell'Educazione nazionale il 20 luglio 1932 fino al 24 genn. 1935. Sotto il suo ministero fu costituita la Giunta centrale per gli studi storici di cui fu vice presidente. Fu inoltre nominato presidente dell'Istituto nazionale di cultura fascista. Nel 1935 passò alla cattedra di storia moderna dell'università di Roma, presso la quale tenne anche, dal 1936 al 1941, l'incarico di storia del Risorgimento. Fu presidente dell'Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea e vicepresidente di quello di storia del Risorgimento. Divenne socio dell'Accademia dei Lincei il 18 giugno del 1936.
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