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Wood
Lindley Conte di Halifax - Galeazzo Ciano
Lettera dattiloscritta firmata di 3 pagine in 4°, 192 x 240 mm., in inglese su carta intestata del Foreign Office britannico, datata 8 settembre 1939.
€ 800 - € 1.000
Lot not sold
Notes:
Rarissima lettera dattiloscritta di straordinaria importanza, con intestazione saluti e firma autografe del Conte di Halifax, ministro degli Esteri inglese dal 1938 al 1940, indirizzata al Conte Galeazzo Ciano, diplomatico e uomo politico italiano, all’epoca Ministro degli Affari Esteri nel governo Mussolini. Si tratta di un documento di eccezionale rarità in quanto testimonia le delicate relazione tra Italia e Gran Bretagna a soli tre mesi dalla sottoscrizione del Patto d’Acciaio (22 maggio 1939). Ciano fu costretto dal Duce a firmare il patto con la Germania malgrado i propri tentativi di temporeggiare dovuti anche alle informazioni riservate che il Ministero degli Esteri britannico gli stava facendo pervenire: la lettera è la prova dei tentativi che l’Italia nel settembre 1939 mise in atto per evitare il conflitto, trattative eseguite con i due ambasciatori di Inghilterra e Francia, Halifax e Bonnet.Entrando nel vivo della lettera, Halifax si ritiene molto soddisfatto perché ha compreso che da parte di Ciano c’è un’apertura nei confronti dei problemi che coinvolgono entrambe le nazioni, ambedue infatti optano per un “peaceful settlement” e coglie l’occasione per ringraziare Mussolini per il “sincere and sustained effort... to bring about a peaceful solution”. Ma nel merito della questione, l’atteggiamento inglese rimane intransigente: “I was very sorry that it was impossible for us to accept unconditionally Signor Mussolini’s proposal... we could not withdraw the condition that we had put to the German Government in our communication to them of September 1st, namely that they should first evacuate Polish territory”. La conclusione è magnificamente lasciata al giudizio dei posteri: “The historian of the future may be able, in the light of knowledge at present witheld from us, to point to things that we should or should not have done, and which might conceivably have alerted the ourbreak of war, but he will not be able to deny the sincerity of the efforts which we have jointly made in the cause of peace.” Conclude ringraziando per gli sforzi di tutti, finalizzati “not only in the common interests of our two countries, but also in the wider interests of international understanding”.
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