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Mazzini
Giuseppe
Lettera autografa in 8°, 108 x 138 mm., di 4 pp. firmata, indirizzata “All’Associazione degli Artisti Tipografi di Milano” e inviata in data 29 luglio 1862, conservata anche la relativa busta sempre di pugno di Mazzini.
€ 1.200 - € 1.400
Lot not sold
Notes:
Stupenda lettera mazziniana alla prestigiosa associazione degli artisti tipografi milanese, dove sono condensati gli umori e le speranze di uno dei Padri della Patria all’indomani dell’Unità d’Italia... ancora non interamente compiuta.“...io accettavo con riconoscenza d’essere membro onorario della vostra Associazione - che mi sento figlio, fratello, amico del popolo... io non abbandonerò mai, fino all’estinguersi della vita, il pensiero di ciò che il popolo patisce, spera, merita: - che ogni Rivoluzione dalla quale non scenda un progresso morale, intellettuale e materiale a quanti vivono nel paese dove si compie, e segnatamente a quanti sono più diseredati di mezzi della società che la Rivoluzione trasforma, è colpa a un tempo e ironia: - che, compita appena l’Unità della Patria, sarebbe debito d’ogni uomo credere in Dio, nella sua Legge, nell’unità dell’umana Famiglia e nella nascente Religione del Progresso, di consecrarsi con tutte le facoltà al rapido efficace miglioramento delle vostre sorti e a un giusto ordinamento della distribuzione dei frutti del lavoro. (...) D’allora in poi nulla è mutato. Lo straniero calpesta sempre Venezia e Roma. I materialisti che vi governano, soddisfatti di ciò che hanno conquistato per sé stessi, non pensano a imporre fine al danno e alla vergogna, e dichiarano che soltanto quando piacerà allo straniero, Venezia e Roma saranno libere e nostre. Gli uomini di Dovere e Amore si adoprano a compire ciò che la Monarchia reggitrice non vuole o non sà, e fidano segnatamente per questo nell’aiuto di voi, popolani di Italia, e nel vostro fermo volere di conquistare Unità e Libertà alla Patria, che Dio ci diede, senza lasciarvi sedurre da false, servili, immorali dottrine, senza lasciarvi atterrire da minacce o resistenze che stà in voi superare. Abbiatemi ora e sempre, nel pensiero e nell’azione, vostro fratello. 29 luglio 1862. Gius. Mazzini.”
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