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Pittore caravaggesco francese o fiammingo attivo a Napoli
entro il 1630
olio su tela, senza cornice, cm 116 x 193CARAVAGGESQUE FRENCH OR FLEMISH ARTIST, ACTIVE IN NAPLES, WITHIN 1630, SALOME WITH THE BAPTIST’S HEAD, OIL ON CANVAS, WITHOUT FRAME, 116 X 193 CM
€ 15.000 - € 20.000
Sold for € 33.750
Notes:
I Vangeli sinottici di Marco (6,17-28) e di Matteo (14,3-11) riferiscono che Giovanni Battista venne fatto arrestare da Erode, tetrarca di Galilea, accusato di adulterio dallo stesso predicatore. Sia l'incesto che l'adulterio erano contrari alla legge di Mosè e Giovanni Battista, in veste di moralizzatore e profeta, additava questi peccati alla vergogna del popolo. Per mettere a tacere tali insinuazioni sul suo conto, Erode lo fece imprigionare. La moglie di suo fratello Filippo, Erodiade, che dopo il divorzio era diventata sua sposa, voleva invece far tacere per sempre il predicatore e chiedeva la sua morte. Erode, temendo la reazione del popolo che venerava il Battista, continuava però a rimandare la decisione fatale. La malvagìa di Erodiade la portò allora a sfruttare la lussuria di Erode che bramava Salomè, la figlia adolescente, nata dalla precedente unione della donna. Ella infatti convinse Salomè a danzare per il patrigno durante la sua festa di compleanno, chiedendogli come ricompensa la testa del prigioniero. Erode infatti le aveva promesso che avrebbe esaudito qualsiasi suo desiderio. La condanna infine è eseguita e la giovane consegna alla madre la testa del Battista. Incosciente strumento di vendetta della madre, Salomè diventa nell'esegesi evangelica il simbolo della più devastante e morbosa lussuria.Nel dipinto di ampio formato orizzontale ma concentrato sulle due figure ai margini, è rappresentato il tragico epilogo narrato da Marco. In un interno di prigione, alla presenza di alcuni sgherri, si inscena l'incontro tra il carnefice che pulisce la lama sporca del sangue del Battista e la giovane donna che tiene tra le mani un piatto d'argento su cui poggia il macabro trofeo. Salomè, che incede in direzione opposta al boia, la sua bocca è dischiusa quasi a trattenere il respiro, si gira un'ultima volta verso di lui in tal modo i due sguardi s'incrociano, colpevoli. L'eleganza ricercata del cappellino sembra una citazione di quello della giovanetta che assiste alla Decollazione del Battista di Gerrit van Hontorst a Roma, Santa Maria della Scala. Il soldato ha uno sguardo torvo e opaco rivolto verso Salomè: il taglio degli occhi, le palpebre pesanti e scavate nelle ombre, la spalla scoperta rivelano il forte naturalismo meridionale ispirato alla maniera di Mattia e Gregorio Preti. Unico elemento dissonante è dato dalla ricercatezza della casacca e dei braghettoni a righe, quasi un topos dell'arte di Caravaggio. La testa mozzata del Battista, dai capelli scarmigliati, rimanda allo stile del fiammingo Theodor Rombouts.Per stile e composizione il dipinto è assimilabile ai modi di un pittore francese o fiammingo attivo a Roma o a Napoli entro il 1630. La tela dell'ignoto maestro mostra la fortuna dello stile di Caravaggio declinata secondo l'ars combinatoria del metodo manfrediano, in cui la crudezza del maestro lombardo è smorzata dalla maniera. L'opera qui offerta trova un confronto culturale con due tele di analogo soggetto di Battistello Caracciolo: la Salomè con la testa del Battista a Firenze, Corridoio Vasariano (F. Bologna, Battistello Caracciolo e il primo naturalismo a Napoli, Napoli 1991, cat. 1.6, p. 215) e la Decollazione del Battista a Siviglia, Museo di Belle Arti (ibid., cat. 1.8, p. 218), quest'ultima soprattutto per la figura dello sgherro con la spada; in entrambe si riconosce lo stesso taglio compositivo e la stessa messa a fuoco dei personaggi, a tre quarti di figura, che attraversano la tela orizzontalmente come in un proscenio.
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