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Doria
Andrea
Serie di 8 lettere sottoscritte da Andrea Doria, quasi venti pagine, tutte indirizzate all’Ambasciatore della Repubblica Genovese presso Carlo V, Vincenzo de’ Fornari , datate tra il 13 giugno 1545 e il 19 dicembre 1545.
€ 15.000 - € 20.000
Lot not sold
Notes:
Interessantissimo carteggio diplomatico del grande ammiraglio Andrea Doria. Si affida al suo ambasciatore perché possa intercedere presso sua Altezza Imperiale nella risoluzione di svariati problemi, a Roma come altrove, mentre annuncia la partenza di galere, gli comunica questioni diplomatiche da dirimere di portata ridotta e problemi di interesse nazionale. La classica corrispondenza diplomatica, quasi quotidiana, ma intrecciata alle gesta di uno dei più celebrei e celebrati condottieri d’Italia. L’accordo con Carlo V fu una delle soluzioni politiche più abili di Doria, stipulato nell’estate del 1528. In cambio dell'alleanza, l'imperatore concesse a Genova la restaurazione della Repubblica, indipendente ed integra nel suo territorio. I genovesi avrebbero goduto degli stessi privilegi dei sudditi spagnoli ed avrebbero avuto rifornimenti di grano siciliano. Dal canto suo, Doria avrebbe messo a disposizione di Carlo dodici galere, comandate da lui, al prezzo annuo di sessantamila scudi. Il 12 settembre 1528 Andrea scese a terra e, stupendo non poche persone, rifiutò la signoria della città che gli veniva offerta. A lui non interessavano i fasti del potere - diceva - bensì solo l'indipendenza, la concordia e la prosperità cittadine. Dietro a questo understatment probabilmente si celava una grande accortezza, unita ad una notevole conoscenza della politica genovese. L’alleanza filo-spagnola garantì a Genova pace e prosperità per circa un ventennio. Dopo la Pace di Crépy tra Francesco e Carlo nel 1544, Andrea Doria sperava di finire i suoi giorni nella tranquillità. Al contrario, il grande potere e l'enorme ricchezza, insieme all'arroganza del nipote ed erede Giannettino, gli procurò molti nemici. All'inizio del 1547, Doria dovette così affrontare la più grave minaccia al potere sulla città che teneva ormai da un ventennio: la congiura dei Fieschi. Nelle lettere si menziona anche quel Giulio Cybo che nel 1548 cospirerà, in combutta con Scipione Fieschi, per far cadere Doria. Ma nel complesso le otto lettere fotografano una situazione tranquilla e facilmente gestibile, dove con l’aiuto dell’Ambasciatore de’ Fornari, il Doria riesce a dominare le questioni interne e nazionali con abilità politica e diplomatica.
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