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Saba
Umberto - Manoscritto
Manoscritto autografo firmato databile al 1919-’20 di 26 carte, due fascicoli su carta antica del Settecento, [mancano rispetto all’indice le carte 3-9, relative alla prevista prefazione di Silvio Benco, mai apparsa] 208 x 145 mm., raccolte in una copertina in cartone riuso di un cartone settecentesco, il tutto conservato entro un cofanetto in pelle avana, sulla coperta esterna il titolo pure autografo“VOCI DAI LUOGHI E DALLE COSE CMIII-IV”, con numerose correzioni autografe nel testo.
€ 14.000 - € 16.000
Lot not sold
Notes:
“Manoscritti per carta antica con copertine pure antiche”: così li definisce Saba in una lettera allegata al lotto (in fotocopia), datata 2 gennaio 1947 e indirizzata al Signor Langa, il collezionista milanese a cui li stava proponendo in vendita. Di cosa si trattasse lo spiega due righe sotto: “In quegli anni, preparando l’edizione del primo Canzoniere, avevo trascritte con amorosa cura in fascicoli separati, tutti i gruppi di poesie che lo compongono. Allora erano, se non sbaglio, sei. Me ne sono rimasti questi due; gli altri sono andati perduti assieme a 4/5 della mia casa (Molte varianti, ecc.)”. Qui si presenta il primo dei due, amorosamente allestito in fascicoli sicuramente assemblati dallo stesso Umberto Saba, forte della sua perizia di libraio antiquario. Voci dai luoghi e dalle cose è la seconda sezione del Canzoniere (1921), databile al 1904-’05. I testi presentano correzioni autografe, ripensamenti, emendamenti, quasi ad ogni pagina, ad inchiostro o a matita, a segnalare un incessante labor limae così tipicamente sabiano. Manca, rispetto all’indice finale, solo la prefazione di Silvio Benco che non arriverà mai. Le varianti sono molte e interessanti, si veda l’incipit de Il Borgo: “Nelle oscure giornate di mia vita / amo in te ritrovarmi, o industre Borgo” che diventerà nella versione a stampa “Nell’estreme giornate di mia vita / molto amo vederti, o roseo borgo...”. Vi è materia per l’esercizio di quella acribia filologica che sola potrà dar ragione dei movimenti interni del testo e delle ondivaghe pulsioni di uno dei poeti più amati del Novecento.
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