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Giordani
Pietro
Lettera autografa in 4° su due pagine, 142 x 210 mm., inviata da Parma in data 7 febbraio 1831 a Giuseppe Montani a Firenze, piccolo strappo al margine esterno.
€ 200 - € 300
Venduto per € 250
Note:
Pietro Giordani scrive dall’esilio parmense all’amico fiorentino, chiedendogli che venga ricordato da tutti i suoi vecchi compagni di ventura: Nicolini, Vieusseux, Colletta etc. La sua condizione è davvero misera: “Io vivo sprofondato nella tristezza; e la minore (benché grave assai) è un inverno tedesco, al quale da 7 anni ero disusato. Una sera in Lungarno tu mi dicesti che diverse persone si maravigliarono e si sdegnavano ch’io non fossi ancora bandito. Ora la devozione sarà contenta....Parti egli ora che il fatto possa almeno obliquamente appiccarsi a qualche buon uffizio fatto dalle anime devote? Tu potresti saperlo o indovinarlo: io non posso. (...) Errore non ci fu, perché io fui esiliato come una schiavina per coprire l’esilio di Poerio, il quale fu esiliato unicamente per compiacere Lamporecchi, ed altri intriganti della Curia. L’errore riconosciuto così presto, sarebbe stato conosciuto anche più tosto, se si fossero degnati dirmi una parola. Ma i governi che scappano immediatamente dai testicoli di dio, non possono dire una parola di ragione ai mortali che lor piace d’ammazzare o tormentare. Ma il sublime è nella massima di non poter ritrattare l’error conosciuto. (...) Caro Montani mio, facciamoci (se si può) una consolazione in una pazienza, non vile, ma sdegnosa; e nell’amicizia, che per gran fortuna è indipendente dai divini governi, ed alle stoltezze, miserie, iniquità dle mondo.”
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