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Giovenale
Bifolio pergamenaceo manoscritto, sec. X ex. – XI in., mm. 210×160, composto di 4 carte vergate in bella grafia carolina in inchiostro bruno disposta su 21 righe above top line, capilettera appena sovramodulati alternati in rosso e nero, numerose annotazioni ai margini ed interlineate di più mani e diverse epoche, foratura visibile al margine esterno, rigatura a secco, legatura di conservazione in cartoncino.
Inc.: Comendare volet variscosus fiet aruspex (v. 397);
Expl.: Contigit et parva tandem caruisse Seripho (v. 564).
Conservate insieme al bifolio alcune carte contenti ricerche filologiche sul frammento, riguardanti soprattutto il tentativo di identificazione delle varianti in seno alla tradizione del testo, fra cui una lettera indirizzata al Padre Alberto Vaccari presso il Pontificio Istituto Biblico di Piazza della Pilotta, probabile possessore del frammento.
€ 2.500 - € 3.000
Venduto per € 4.500
Note:
UN AFFASCINANTE ESEMPIO DI PRODUZIONE MANOSCRITTA DELL’ANNO MILLE.
Il frammento tramanda i versi 397-438 e 523-564 della Satira VI di Giovenale, meglio nota come Satira contro le donne, composta presumibilmente fra il 100 e il 127 d.C., e proviene da un codice di piccolo formato, non identificabile, forse ascrivibile alla produzione libraria del nord Italia. Un esempio di nitida e chiara scrittura carolina, con le piccole iniziali maiuscole di tipo onciale.
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