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Perugia
Fascicolo di 10 cc., 265 x 195 mm., testo impaginato su due colonne con revisioni e correzioni frequenti.
€ 150 - € 200
Venduto per € 350
Note:
Dettagliata relazione della presa di Perugia da parte delle forze Sabaude. Il re Vittorio Emanuele II e Cavour decisero che era giunta l'ora di procedere all'annessione dell'Umbria e delle Marche. Lo Stato Pontificio mandò contro l'esercito piemontese un battaglione guidato dal generale francese Lamoriciere. I due eserciti entrarono in contatto nei pressi di Ancona il 18 settembre 1860, e dopo un feroce scontro le truppe pontificie riportarono una sonora sconfitta. Nel frattempo, quattro giorni prima avveniva la presa di Perugia, ad opera di un esercito composto da 15.000 uomini comandati dal generale Fanti, che penetrarono facilmente nella città e assediarono le truppe del papa asserragliate all'interno della Rocca Paolina, unica occasione in cui ebbe modo di assolvere il proprio compito. Perugia cadde, difesa da un migliaio di uomini «contra più di dieci mila» ed il generale De Sonnaz accettò la resa, mentre gli svizzeri del generale Schmid ed i volontari pontifici del colonnello Lazzarini cercarono un’ultima resistenza nella fortezza cittadina, ottenendo l’onore delle armi; a Spoleto invece i piemontesi assaltarono la Rocca dell’Albornoz difesa dagli Zuavi
francesi: gli assalitori subirono 75 morti e 200 feriti, gli altri 3 morti e 10 feriti.
Il 14 giugno 1860 la città di Perugia entra a far parte del Regno d'Italia, annessione che verrà ufficializzata il 9 novembre in seguito al plebiscito della Provincia dell'Umbria con quasi centomila voti a favore, a schiacciare i quattrocento scarsi contrari.
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