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367

Massoneria - Regno di Napoli

Caso Gennaro Pallante

Raccolta di 3 fascicoli manoscritti, del secolo XVIII, mm. 300x 204, ciascuno dei quali legati da antico spago del secolo XVIII. Sulle ultime carte si legge: «Capi della Ricusa in persona del Cons. D. Gennaro Pallante”, “Per la Ricusa del Cons. Pallante Fiscale nella Causa de’ Supporti de’ Liberi Muratori», «Ristretto della pruova che nasce da’ soli atti della Ricusa».

€ 500 - € 700

Lotto non venduto

Note:
La Massoneria, «importata» dagli ufficiali dei vari Reggimenti mercenari, nel XVIII secolo divenne «di moda» a Napoli. Originariamente non era in contrasto con la Casa Reale, ma in seguito la Muratoria, invasa da intellettuali, iniziò ad adottare le dottrine Giacobine, abbracciando la causa francese e diventando un pericolo per i Borboni. Questi furono i fatti relativi alle nostre carte: il Ministro Tanucci, preoccupato e spinto dal Re Carlo di Spagna, nel 1776 ordinò al Capo di Ruota Gennaro Pallante di sorprendere una riunione Massonica in flagranza. Il Pallante, non riuscendo a sorprendere una Loggia, preparò una messa in scena, arrestando Massoni regolari (Felice Piccinini, professore di matematica, ed il grecista calabrese Pasquale Baffi), ma anche non-Massoni. Il seguito fu una farsa giudiziaria incredibile. Gli imputati vennero difesi e la causa prese una piega sorprendente: l'accusatore Pallante cadde in disgrazia, fu incriminato di messa in scena, e nel 1777 i prigionieri furono liberati. 1776

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Lotto numero 367, Libri Autografi e Stampe &8211 Asta 154


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