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Avanguardie - Rivista
Firenze, Vallecchi, 1913 – 1915. 380 x 300 mm. Anno I, n. 9, 10, 12, 14-15, 18, 21 con titolo litografico di colore marrone, 3 con la firma del pittore Remo Fabbri; anno II, n. 1-2, 6-17, con titoli litografici in nero o rosso; anno III, n. 1, 3, 4, 9, 13, 18, 19, con titoli litografici in rosso, 28 fascicoli di circa 8 pp. ciascuno, strappi e difetti, alcune mancanze.
€ 1.000 - € 1.500
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Note:
Una delle più importanti riviste d’avanguardia di tutti i tempi, prima quindicinale poi settimanale, riprende il titolo dal poemetto di Cecco d’Ascoli, L’acerba. Fondata da Giovanni Papini e Ardengo Soffici, Lacerba si avvalse anche della collaborazione di Aldo Palazzeschi e Italo Tavolato e dei futuristi che – dal 15 marzo 1913 – iniziano ad occupare posti di primo piano: Filippo Tommaso Marinetti, Luciano Folgore, Umberto Boccioni, Carlo Carrà e Corrado Govoni. Lacerba pubblica, nel n. 15, 1º agosto 1914, il Manifesto dell’architettura futurista. Sulla rivista appaiono anche scritti di Vannicola, Lucini, Buzzi, Balilla Pratella, Camillo Sbarbaro, Max Jacob, Cangiullo, D’Alba, Binazzi, Campigli, Rosai, Jahier, Campana Dino, Prezzolini, del giovanissimo Ungaretti che pubblica nella rivista le sue prime poesie, Laforgue, Onofri, Lebrecht, Meriano, Bruno, e altri. Allo scoppio della prima guerra mondiale Lacerba mostra un forte entusiasmo politico interventista per poi cessare le pubblicazioni il 22 maggio 1915, due giorni prima dell’entrata in guerra dell’Italia. 1913
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