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Biglietti da visita - Nobiltà italiana
Album moderno in tela verde che raccoglie oltre un centinaio di biglietti da visita, ex libris, messaggi a stampa, raccolti e incollati nelle prime 66 carte dell’album, epoca secc.XVIII-XIX, xilografici e calcografici, alcuni a più colori, finemente incisi con vedute, scene allegoriche, stemmi nobiliari, cornici araldiche, immagini arcadiche e simboliche.
€ 250 - € 350
Venduto per € 588
Note:
Si presume che il biglietto da visita nasca in Cina all'epoca dei Mandarini, quando era obbligo farsi annunciare da un biglietto di presentazione. La sua usanza è poi rinvenuta in occidente in tempi più moderni, verso la fine del Settecento se ne testimonia la presenza dapprima in Francia e Olanda e quindi in Italia, soprattutto a Venezia dove in buona parte venivano stampati. A decorrere dalla sua nascita, l'utilità del biglietto da visita è diventata sempre più fondamentale, un vero e proprio obbligo di presenza per il professionista. Originariamente erano dei cartoncini manoscritti, verso il 1750 cominciarono a diffondersi modelli stampati, i primi esemplari col solo nome della persona, i successivi arricchiti da motivi decorativi e stemmi. In Italia iniziarono a diffondersi attorno al 1730. Il biglietto da visita è ricordato in una commedia di Goldoni, Il Cavalier Giocondo, del 1755: « Partendo da Bologna, facendo a lei ritorno, in visite una volta spendeva tutto il giorno: ora con i biglietti supplisco a ogni impegno. Ah! I Francesi, i Francesi hanno il gran bell'ingegno! ». 1700
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