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Salvator Rosa (Napoli 1615 - Roma 1673)
olio su tela, cm 51 x 41
€ 9.000 - € 12.000
Venduto per € 11.875
Note:
Il dipinto è corredato da una lettera del prof. Ferdinando Bologna, datata 8 ottobre 1973, in cui lo studioso lo attribuisce a Salvator Rosa e ne situa l'esecuzione verso il 1635.
L'intensità di questa "testaccia" (così le definiva lo stesso Rosa) mostra i legami con i modelli formali di Ribera e della sua cerchia (in primis lo stesso Francesco Fracanzano, che di Rosa era parente), ma se ne distingue per la eccezionale vena romantica, e per la capacità di elevare al di sopra del puro esercizio tipologico la raffigurazione di queste teste di carattere.
Un termine di confronto con la tela in esame è offerto dal Filosofo passato da Sotheby’s, Londra, 7 luglio 2011, lotto 279 ed aggiudicato a £ 51,650. Sebbene quest’ultimo sia cronologicamente più tardo (circa 1650), denuncia nella fronte aggrottata e nello sguardo quasi arcigno una carica espressiva affine al nostro a testimonianza della lunga ricerca del pittore sugli studi fisiognomici.
Siamo grati al prof. Riccardo Lattuada, che dopo una ispezione diretta del dipinto ha confermato l'attribuzione a Salvator Rosa e la sua datazione nel corso del quarto decennio del Seicento, nella fase di più intensi viaggi del pittore tra Napoli e Roma.
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