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Scuola dell'Italia settentrionale, secolo XVIII, nei modi di Pieter Paul Rubens
iscritti in basso: IVLIVS. CAESAR. I (il primo); TIBERIVS. III (il secondo); CAYVS. CALIGVLA. IIII (il terzo); CLAVDIVS. V (il quarto); DOMITIVS NERO. VI (il quinto); OTTHO. VIII (il sesto); VITELLIVS. IX (il settimo); VESPASIANVS. X (l’ottavo); TITVS. XI (il nono); e DOMITIANVS. XII (il decimo)
olio su tela, entro sagoma ovale dipinta, cm 65 x 53,5
€ 7.000 - € 10.000
Lotto non venduto
Note:
A partire dal Quattrocento e durante tutto il Rinascimento Le Vite dei Cesari di Gaio Svetonio Tranquillo, stampate in latino inizialmente in Francia e poi in Svizzera, furono così famose e diffuse da essere fonte di ispirazione per eruditi, collezionisti e artisti. L’iconografia dei Dodici Cesari divenne simbolo della romanità imperiale ed exempla virtutum, tanto che, come sostiene Margherita Fratarcangeli, si può parlare quasi di una “cesarite figurativa” per la diffusione che ebbe il tema all’interno delle decorazioni di palazzi e castelli, nei codici e nelle collezioni (cfr. M. Fratarcangeli, Caligola, Svetonio e i Dodici Cesari in età moderna, in Caligola la trasgressione al potere, a cura di G. Ghini, Roma 2013, ad indicem). Si ricordino ad esempio i repertori a stampa di Andrea Fulvio (Palestrina 1470 - Roma 1527), ma soprattutto i famosissimi medaglioni con le effigi degli imperatori raffigurati da Mantegna nel soffitto della Camera degli Sposi e gli 11 Cesari di Tiziano, destinati al Camerino dei Cesari, nel Palazzo Ducale di Mantova. Questi ultimi, andati perduti, sono noti grazie alle copie di Bernardino Campi e alla celebre serie di incisioni prodotta dal fiammingo Aegidus Sadeler e dalla sua bottega sul finire del XVI secolo. Nel 1543 l’edizione con traduzione in volgare a cura del letterato Paolo del Rosso (Firenze 1505 - 1569), diede ulteriore vigore alla diffusione dell’iconografia dei Cesari, non solo in Italia ma in tutta l’Europa.
Il lotto proposto in asta trova evidenti raffronti stilistici con la pittura barocca fiamminga del XVII secolo che riuscì a trasmettere con efficacia il gusto dell'aristocrazia italiana. I dipinti sono avvicinabili alla serie attribuita a Otto van Veen (Leida 1556 - Bruxelles 1629), andata in asta da Christie’s a New York nel 2004, lotto 143. In particolare sembrano sovrapponibili, indicandone così una fonte comune o una derivazione, le effigi di Tito, Caligola e Nerone.
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