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Garibaldi
Giuseppe
Lettera autografa firmata, inviata da Casamicciola (Ischia) il 10 luglio 1864, 2 pagine in 8°, indirizzata con tutta probabilità Charles Hugo (4 novembre 1826 – 13 marzo 1871), figlio di Victor Hugo.
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Note:
“Mon jeune ami, Les Victor Hugo sont toujours maitres de mon nom car ils ne sauraient s’en servir que pour le bien. (...)” Così inizia questa bella lettera indirizzata a Charles Hugo, traboccante di sincera ammirazione e reciproca stima per il ruolo che entrambi ebbero, come scrive Garibaldi, “pour la liberté des nos deux patries et pour l’alliance avec le peuple puissant qui pourra etre un des flambeaux de la civilisation...”. “Esattamente per un mese, fra il 19 giugno e il 19 luglio 1864, Casamicciola fu il centro del neonato Regno d’Italia, e ad essa guardò con grande interesse anche l’Europa, stando almeno alle tante corrispondenze giornalistiche dall’isola apparse in quei giorni sui giornali stranieri, inglesi in particolare. Una simile affermazione potrà apparire espressione di un campanilismo fuori luogo. Ma la ‘vacanza’ di Giuseppe Garibaldi finì per proiettare sul proscenio della cronaca nazionale Casamicciola e, con essa, l’isola d’Ischia”. Così si racconta Nino D’Ambra, storico ischitano, alla giornalista Silvia Buchner, tracciando una dettagliata ricostruzione dei giorni casamicciolesi di Giuseppe Garibaldi. Le settimane di soggorno sull’isola furono funzionali alle cure termali che avrebbero alleviato i dolori al malleolo della gamba destra, dovuti ad una fucilata rimediata, addirittura, dai bersaglieri che avrebbero dovuto rappresentare il regio Stato italiano! Il rapporto di amicizia fraterna che legava Hugo a Garibaldi è testimoniato dal celebre discorso del 13 giugno 1860, tenuto dallo scrittore francese a Jersey in occasione di una manifestazione in onore di Garibaldi e dell’Indipendenza della Sicilia, organizzata dagli Amici della Sicilia. L’invito a Victor Hugo era anche un omaggio allo scrittore, che nell’isola aveva trascorso i primi anni del suo esilio. Di Garibaldi, così scriveva Victor Hugo: “E’ un uomo, niente altro. Ma un uomo in tutta l’accezione sublime del termine. Uomo della libertà, uomo dell’umanità. "Vir", direbbe il suo compatriota Virgilio.”.
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