Pavese
Cesare
Firenze, Edizioni di Solaria, 1936. In 8°. Lieve brunitura, legatura in mezza pelle con titoli in oro al dorso, conservata all’interno la brossura originale.
€ 600 - € 800
Lotto non venduto
Note:
Edizione originale, rara.Pavese, nella sua introduzione all'opera dice che per comprendere il titolo della raccolta bisognerebbe avere letto I Sansôssí di Augusto Monti "I sansôssí (grafia piemontese per "sans-soucì") è il titolo di un romanzo di Augusto Monti (professore di liceo di Pavese e suo primo maestro di letteratura e amico). Monti contrapponeva (sentendo il fascino dell'una e dell'altra) la virtù del piemontese sansossì (fatta di spensieratezza e giovanile incoscienza) alla virtù del piemontese sodo e stoico e laborioso e taciturno. Anche il primo Pavese (o forse tutto Pavese) si muove tra quei due termini; non si dimentichi che uno dei suoi primi autori è Walt Withman, esaltatore insieme del lavoro e della vita vagabonda. Il titolo Lavorare stanca sarà appunto la versione pavesiana dell'antitesi di Augusto Monti (e di Whitman), ma senza gaiezza, con lo struggimento di chi non si integra: ragazzo nel mondo degli adulti, senza mestiere nel mondo di chi lavora, senza donna nel mondo dell'amore e delle famiglie, senza armi nel mondo delle lotte politiche cruente e dei doveri civili".Le poesie della raccolta, unica e atipica nel repertorio poetico contemporaneo, si aprono su un nuovo modo narrativo, quello della poesia-racconto, dando inizio ad una nuova sperimentazione sia dal punto di vista tecnico che metrico. Lo spunto all'utilizzo di un verso molto cadenzato di tredici o sedici sillabe, gli viene offerto in parte dal verso colloquiale dei crepuscolari e dal verso libero whitmaniano, con una soluzione comunque estremamente personale e innovativa.Il manoscritto di 41 poesie fu consegnato all’editore nel 1933; 4 poesie furono censurate e Pavese le sostituì con altre 8. Gambetti-Vezzosi, p.660.
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