Gesù Bambino e San Giovannino

Note:
L'episodio dell'abbraccio tra Gesù Bambino e san Giovannino è liberamente tratto dal testo apocrifo delle Meditationes Vitae Christi dello Pseudo Bonaventura, risalente agli inizi del secolo XIV, mentre la sua codificazione iconografica si deve a un prototipo di Leonardo da Vinci, di cui rimangono svariate memorie nella sua produzione grafica e pittorica, nonché in quella dei suoi allievi, quali Marco d'Oggiono e Bernardino Luini. Il valore mistico dell'affettuoso atto è sottolineato dall'apparizione della colomba dello Spirito Santo, nell'angolo in alto a sinistra, e dalla presenza di frutti (alcune ciliegie e un pomo) sparsi intorno ai personaggi, che rimandano al mistero della Redenzione attuato attraverso il sacrificio di Cristo.Oltre alla sua diffusione in ambito lombardo, il tema riscosse una notevole fortuna anche presso i pittori fiamminghi del Rinascimento, in particolare fu riprodotto, variandone l'ambientazione, nelle botteghe di Quentin Matsys e di Joos van Cleve (cfr. F. Moro, Spunti sulla diffusione di un tema leonardesco tra Italia e Fiandra sino a Lanino, in I leonardeschi a Milano: fortuna e collezionismo, atti del convegno internazionale, Milano, 25-26 settembre 1990, a cura di M. T. Fiorio e P.C. Marani, Milano 1991, pp. 120-140). A tal proposito, si può istituire un confronto tra l'opera in esame e la versione di van Cleve, a Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte.Sul presente dipinto sono state effettuate indagini radiografiche che documentano con evidenza il disegno preparatorio. Tali analisi sono disponibili su richiesta presso il Reparto Dipinti e Disegni di Minerva Auctions. Alberto Marchesin