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Poesia toscana
Firenze, eredi Filippo Giunta, 1527. In 8°. Marca tipografica sul frontespizio e in fine volume, marginali forellini al frontespizio, lievi bruniture, legatura coeva in pergamena rigida, tagli a spruzzo rossi. Al frontespizio nota di possesso di Mario Caboga in parte erasa; a lato, stemma nobiliare circolare impresso.
€ 2.000 - € 2.500
Lotto non venduto
Note:
La Giuntina di Rime antiche, dizione con cui è nota tra gli studiosi, è un testo d'importanza notevole per l'attribuzione di una serie di rime di Dante (e non soltanto di Dante), che non compaiono nella tradizione manoscritta a noi nota, e anche per le varianti di lezioni, spesso assai significative, di rime che usufruiscono di una più ricca messe di codici. Si può pertanto ipotizzare per la Giuntina una fonte manoscritta a noi ignota o smarrita; anzi, a giudizio di Barbi, il testo del '27 non si limita a essere soltanto "la riproduzione materiale d'un codice", ma una vera e propria " edizione critica, fatta col riscontro di più testi ", tra i quali, con molta probabilità, l'altro famoso volume a stampa veneziano del 1518.
Esemplare di illustre provenienza. Mario Caboga (1505 - 1582) fu sacerdote e uomo di legge, fondatore della cattedra di diritto criminale all'Università di Padova. Protonotario apostolico di papa Gregorio XIII nonché suo cappellano domestico, venne in seguito creato conte palatino. Fu anche letterato e membro dell'Accademia dei Confusi di Viterbo.
Giunti, 207; Brunet V, 438 "Recueil recherché et difficile a trouver"; Adams T-1213.
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