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Fascismo - Federzoni
Luigi
Verbale manoscritto originale della riunione del Gran Consiglio del fascismo del 24-25 luglio 1943, 32 cartelle (290 x 230 mm. circa) scritte da Bignardi e da Federzoni, 22 delle quali numerate in sequenza con aggiunte 10 cartelle successivamente integrate, 9 trascrizioni autografe e/o dattiloscritte – per svariate cartelle – di ulteriori interventi di presenti alla Seduta; cartelline contenenti lettere, bozze e minute tutte inerenti la Seduta; una cartellina di Addenda con lettere e documenti autografi di Mussolini, Federzoni, Ciano, Farinacci e altri; due grossi faldoni gialli contenenti, in ordinate cartelline, documenti e corrispondenze di Luigi Federzoni.
€ 25.000 - € 30.000
Lotto non venduto
Note:
"Durante l'ultima seduta del Gran Consiglio, per antica abitudine di giornalista, ebbi cura di prender nota particolareggiata di ciascun intervento. Nei giorni immediatamente seguenti la riunione, completai questo resoconto con l'animo di chi sente di adempire un preciso dovere."
Così scriveva Luigi Federzoni (1878-1967), politico e scrittore italiano i cui destini si intrecciano con quelli della nascita, ascesa e caduta del Fascismo, in quella che si potrebbe definire la sua autobiografia politica (Italia di ieri per la storia di domani, Milano, Mondadori, 1967), parlando forse per la prima volta di quel prezioso testimone della storia d'Italia: inedito e sconosciuto ai più, quel manoscritto riemerge ora dalla Storia per raccontare l'ultima notte del Regime, in presa diretta.
Il verbale manoscritto originale della riunione del Gran Consiglio del fascismo del 24-25 luglio 1943, che si concluse con l'approvazione dell'ordine del giorno presentato da Dino Grandi e portò alla caduta di Benito Mussolini, venne redatto il pomeriggio-sera del 25 luglio 1943, a ridosso della lunga notte. Come riferisce lo storico Giovanni Artieri, "la sera del 25, in casa Federzoni si riunirono Bottai, Bastianini, Bignardi e il giornalista Francesco Malgeri per stendere, sulla base dei freschissimi ricordi dei testimoni, un obiettivo resoconto del dibattito di poche ore prima. (…) Sensibili differenze si notano tra i racconti diffusi negli anni successivi e la versione che si può ritenere autentica." Il documento venne effettivamente redatto segretamente nell'abitazione di Federzoni il pomeriggio del 25 luglio dallo stesso Federzoni, Bottai, Bastianini, Albini, De Marsico, Bignardi e Grandi, tutti firmatari dell'Odg (si conserva nel lotto la convocazione originale firmata da Carlo Scorza e inviata a Federzoni).
Si compone di 32 cartelle, scritte da Bignardi e da Federzoni, integrate poi dai numerosi interventi trasmessi successivamente a Federzoni. Vengono riportati fedelmente in sequenza i diversi interventi, nonché il tentativo di sospendere la riunione da parte di Scorza per rimandarla al giorno dopo, tentativo fermamente respinto da Grandi con queste parole: "Per le Carte del Lavoro, Duce, ci teneste qui fino all'alba. Data l'importanza straordinaria del problema di cui ora si discute, propongo che la Riunione sia proseguita fino alla sua conclusione." E dunque si decide per una sospensione tra le 22 e le 22:30, per poi riprendere i lavori, che ci si concluderanno a notte fonda, come si legge nell'ultima facciata del verbale: "L'ordine del giorno presentato da Grandi è approvato. L'adunanza è sciolta alle ore 2.30".
Nella stessa cartella sono conservati la trascrizione dattiloscritta dell'intervento di Mussolini (il primo), 4 pp., e gli interventi di Albini, Acerbo, De Marsico, Bignardi, Bastianini, De Stefani, Dino Grandi etc. Preziose e di straordinario impatto emozionale sono le otto cartelle di appunti a matita presi da Luigi Federzoni sui vari interventi durante la seduta, vergate al retro dei fogli dattiloscritti con l'Ordine del Giorno di Grandi. In calce alla prima pagina si legge: "Guerra o pace? Resa o disordine o resistenza a oltranza?" Ciano dichiara: "E' stata la Germania che ha voluto e provocato la guerra, che M. ha cercato d'evitare". Mussolini, che nel primo intervento difende il partito, nel secondo dichiara lucidamente: "Se l'ordine del giorno Grandi fosse approvato, domani io riporterei al Re le deleghe. Qualora egli le riprendesse, io considererei finito il mio compito". Al verso dell'ultima cartella lo scarno elenco dei nominativi con la dichiarazione di voto sancisce la decisione che cambierà le sorti dell'Italia: 8 NO contro 19 SI, astenuto Giacomo Suardo. Dino Grandi il 25 stesso proporrà un nuovo Governo, la cui composizione emerge dalla bozza di lettera inviata dallo stesso Grandi ad Artieri, anni dopo. Il 22 aprile 1956, Federzoni scrivendo a Grandi, dichiarerà: "In realtà il 25 luglio fu per noi la conclusione logica dell'esperienza ventennale." Nella stessa lettera Federzoni nuovamente menziona l'esistenza del presente documento: "un diffuso ed esatto verbale della famosa seduta, ricostruito propriamente in quel tempo su appunti presi da me e altresì con l'aiuto della mia buona memoria e di quella, eccellente, del bravo amico nostro Annio Bignardi."
Dalle carte Federzoni emergono anche altri documenti di primario valore storico, per capire cosa successe a ridosso di quella notte, basterà qui solo segnalare la minuta della lettera inviata da Federzoni al cardinale Maglione il 29 luglio 1943, in cui chiede udienza per Dino Grandi che riferirà sulla riunione del Gran Consiglio per sondare l'umore della Chiesa.
Ma queste carte rivelano altri "tesori" storici assoluti. Ci sono bozze, minute e appunti di Mussolini circa il pericolo di minacce sovversive e il divieto di cortei e comizi (siamo nel 1925 circa); una minuta di lettera di Mussolini a Farinacci in cui lo diffida a non dare impressione nei suoi discorsi che il regime fascista sia in pericolo e voglia ricorrere al terrore (14 aprile 1925); una lettera riservatissima di Federzoni a Mussolini (6 novembre 1927) sull’indignazione di Re Alfonso di Spagna nei confronti del Vaticano; una lettera manoscritta di Mussolini a Federzoni su finanziamento alla fiera di Tripoli (20/2/1928); una lunga lettera autografa di Mussolini a Federzoni, due pagine in 4°, su misure importanti: ufficio russo-italiano, deposizione Rossi, sciopero carbone, ecc.(25 ottobre 1926); una bozza manoscritta dell'intervento di Benito Mussolini al Senato per commemorare Enrico Corradini, 8 cartelle databili 10 dicembre 1931 etc.
Se si entra nel capitolo "libertà di stampa " e problemi affini, i documenti divengono ancora più interessanti: come leggere altrimenti la copia di lettera inviata da Mussolini a tutti i ministri in cui ordina di eliminare la formula "di concerto" con il capo del governo nei provvedimenti emanati dai vari dicasteri, datata 27 giugno 1931, se non come un chiaro ed esplicito richiamo su chi decide veramente? A seguire un appunto autografo di Mussolini con l'indicazione dei nomi dei giornalisti da nominare come direttori di giornali, relativo a tutte le maggiori testate italiane; e subito dopo un altro appunto autografo sulle notizie da mettere in prima pagina, relegando nelle altre "lo sciopero inglese e il resto"; una lettera autografa di Mussolini a Federzoni contro il riconoscimento di sindacati e leghe negli istituti di emissione, con acclusa nota autografa dell'accordo Farinacci; lettere sparse di Marconi, Balbo, Salandra etc.
In altri due corposi faldoni, che comprendono 27 fascicoli, sono raccolte lettere di: Vergani, Spadolini, Moretti, due preziose relazioni a firma Federzoni relative ad un viaggio in Spagna e Portogallo, 30 marzo 1940, 31 cartelle con colloquio con Franco, e altra relazione di un viaggio in Germania, 25 settembre 1932, in parte manoscritta con l'aggiunta di 42 cartelle dattiloscritte, un piccolo dossier intitolato a Marinetti, ben 22 lettere di Ada Negri, quindi Farinelli, Malgeri, Longo, Vitali, Ansaldo etc.
Un insieme sicuramente tutto da studiare, da approfondire, da meditare, perché dentro c'è buona parte della nostra storia passata, di una fase che ha segnato i destini dell'Italia.
Il lotto è sottoposto a notifica dalla Soprintendenza Archivistica per il Lazio.
Su richiesta è disponibile un elenco dettagliato dei documenti.
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