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Balbo
Italo e Gatti Casazza, Giuseppe
Vasto insieme di lettere, documenti, telegrammi, note, progetti, e disegni relativi all’attività di Giuseppe Gatti Casazza, con un nucleo centrale relativo a Italo Balbo di cui fu fraterno amico e col quale collaborò a vari progetti. Del nucleo balbiano si segnala: una filastrocca autografa in rima baciata, una lunga lettera autografa firmata di 5 pagine da Tripoli, 26 aprile 1940, 5 dattiloscritti firmati con interventi autografi, altre 6 lettere autografe firmate, un insieme di oltre 20 telegrammi inviati da Balbo a Casazza. Insieme nel lotto una serie di buste dell’Ufficio Opere Pubbliche della Libia e del Gabinetto del Governatore di Libia contenenti progetti e fotografie dei diversi lavori effettuati da Gatti Casazza in Libia, a Tripoli, Derna etc.
€ 5.000 - € 7.000
Venduto per € 6.250
Note:
Veronese di nascita (14 aprile 1870) figlio di Stefano Gatti, importante uomo politico, Giuseppe Gatti Casazza si laureò in ingegneria a Bologna nel 1893 e, appassionato fotografo si dedicò a questo hobby con tanto successo da partecipare nel 1902 all'Esposizione Internazionale d'arti decorative di Torino. Nella sua attività professionale fu disegnatore d’interni e collaborò attivamente con il celebre architetto Florestano Di Fausto, soprattutto in Libia a partire dal 1934, dove arredò gli appartamenti di Italo Balbo nel palazzo del governatore e nella villa alla Busetta e dove insieme costruirono numerose opere pubbliche. A Ferrara Gatti Casazza, insieme a Carlo Savonuzzi, sistemò il piano nobile del Palazzo della Cassa di Risparmio, nel quale il suo stile e la sua predilezione per le arti applicate appaiono chiaramente nella scelta dei particolari e degli arredi raffinati ed eleganti.
Il sodalizio con Balbo, giusta la comune patria elettiva ferrarese, è qui splendidamente rappresentato dall’interessante corrispondenza proposta. Un’amicizia intima e sincera, come si deduce dal tono scherzoso e goliardino della filastrocca di pugno di Balbo dedicata all’amico Giuseppe:
Beppino Beppino / non fare il porcone / Beppino Beppino / finisci in prigione! / A tre verginelle / hai fatto la pelle / e più d’una sposa / non è più virtuosa / Beppino Beppino / rinfodera il brando / discendi pianino / dal càval d’Orlando! / [càval invece di cavàl: licenza poetica!!!] //
I riferimenti più personali e boccacceschi ritornano anche nella lunga lettera del 26 aprile 1940, dove dopo aver dettagliatamente discusso del progetto relativo alla sua abitazione (con accluso disegno di pugno di Balbo), conclude così: “Per ricompensa ti do un consiglio: se vuoi fare un sopraluogo, porta con te alla Torre quella giovane ragazza che di tanto in tanto ti distrae!! Ti abbraccio. Italo”. Molto bello anche il saluto su carta intestata Punta Ala -Torre Ala Pasqua 1933, da parte di tutta la famiglia Balbo e amici al Mago Gatti Casazza, detto “Pensatutto”. Proprio il rapporto di estrema franchezza che corre tra i due non lo esime dai toni risentiti, come nella lettera del 25 giugno 1937 da Tripoli: “Carissimo Beppino, ricevo la tua lettera: non hai capito nulla! Abbi pazienza se mi esprimo così poco diplomaticamente, ma non trovo una formula diversa per giustificare il tuo stato d’animo. Noi abbiamo voluto farti una cortesia e tu ti offendi!”. Commuovente a dir poco è il cartoncino intestato Il Maresciallo dell’Aria vergato da Balbo in data 7 giugno 1940, ovvero 21 giorni prima di morire, scritto non in italiano ma in un fluente dialetto ferrarese: “Sgnurnì, l’è sta ‘na scusa! Vu avì capì...al fraris! Zerti volt l’amigh vciott i fa da paravent...”.
Si scopre così un Balbo attaccato alla sua terra, al suo dialetto, ai suoi amici più veri, capace di ridere e sorridere in un momento cruciale della sua vita, quando forse il suo destino era già segnato...
Tutto da studiare è il materiale originale dell’architetto Gatti Casazza, che include progetti di Hotel e abitazioni pubbliche e private da realizzarsi in Libia, ma non solo: si prendano ad esempio gli interessanti progetti relativi alla Casa dell’Aviatore di Roma, di cui si conserva anche un dettagliato elenco delle suppellettili con i relativi costi voce per voce. In una lunga lettera dattiloscritta del 30 luglio 1935, firmata in calce, Gatti Casazza relaziona dettagliatamente sullo stato dei lavori di cui si sta occupando in Libia, un elenco cospicuo e puntuale. Ma la mente ritorna all’amico Balbo, nella lettera inviatagli da Nasi in data 29 luglio 1940 (ad un mese dalla morte di Italo), dove gli ricorda la visita di Klinger che gli “ha raccontato il doloroso episodio, e che mi ha detto del senso di desolazione creatosi nella sua Ferrara per questa gravissima perdita. Leggevo giorni fa un articolo del Prof. Rodolico, che lo ebbe suo allievo al Cesare Alfieri di Firenze, nel quale giustamente dice che la sua più bella dote era un profondo senso di umanità. (...)”
Quel senso di umanità che esce fuori proprompente da queste lettere, dal rapporto con l’amico Gatti Casazza che andava ben oltre gli aspetti professionali per rivestirsi di profonda fratellanza.
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