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Boncompagni Ludovisi
Francesco [Roma]
Bell’insieme di lettere e documenti a firma del Governatore di Roma, Francesco Boncompagni Ludovisi, inerenti la gestione della città negli anni del suo governatorato (1928-1935). Decine di lettere e documenti, spesso su carta intestata, in molti casi copie e minute dell’archivio personale di casa Boncompagni.
€ 1.000 - € 1.200
Lotto non venduto
Note:
Splendido spaccato, sebbene frammentario, della Roma fascista, amministrata da colui il quale Bottai definì, il 27 gennaio 1935: "Strumento fedele della grande opera di ricostruzione dell'Urbe disegnata dal Duce". Sono comunicazioni di servizio in molti casi, relative alla viabilità urbana, a lavori di pavimentazione, ad eventi ospitati nella città, ad opere di riqualificazione etc. Ma alcuni degli episodi segnalati finiscono per scivolare dalla microstoria alla Storia con l’iniziale maiuscola. Si veda la relazione di 3 pagine fitte sullo “Stato d’avanzamento del lavori per il decennale” con interventi di riqualificazione di Piazza Venezia ad esempio, con la costruzione della esedra arborea e il relativo approvigionamento di pini, così come la descrizione della “nuova strada da Piazza Venezia al Colosseo”, la “famigerata” Via dei Fori Imperiali. Interessante la lettera del 24 gennaio del 1931 dove si prospetta il progetto di costruzione dell’ambasciata americana, definita “un grande Palazzo per la sede dell’ambasciata” su Via Veneto. Curiose ma comprensibili le resistenze al cambiamento di denominazione del quartiere Pinciano in quartiere Vittorio Emanuele II: “il nome di Quartiere Pinciano era troppo radicato nell’uso popolare perché il cambiamento di denominazione potesse raggiungere l’effetto pratico desiderato tanto che anora oggi, a tre anni di distanza...quel quartiere continua ad essere designato con l’antico nome.” Mentre passa indenne la modifica approvata il 23 aprile 1932 volta a “mutare in Roma Lido la denominazione della ferrovia Roma Ostia, e la nuova denominazione Lido di Roma è entrata già nell’uso corrente”. Di grande attualità è poi il progetto, sviluppato in tre pagine fitte, della Città Olimpionica sulla Via Appia Antica, progetto collegato alle auspicate Olimpiade di Roma 1940 che poi per ovvie ragioni storiche saltarono. L’idea era quella di ripristinare il “grande Circo di Massenzio sulla Via Appia Antica”, che avrebbe potuto contenere “80.000 spettatori a sedere, e 10.000 in piedi”. Sempre di grande attualità, in questo caso un po’ nefasta, è l’anonima relazione di 6 pp. dattiloscritte sull’ATAC, il cui incipit è oltremodo eloquente: “La politica amministrativa dell’A.T.A.C. appare ispirata ad un’unica preoccupazione: quella del grosso deficit d’esercizio curato con mezzi empirici. Non è possibile determinarne l’esatto ammontare perché sono stai soppressi tutti i dati statistici...” All’analisi, impietosa, dello stato in cui versano le casse dell’ATAC si passa però ad una pars costruens, con una serie di punti volti all’efficientamento dell’azienda per ridurne i costi e migliorarne i servizi. Siamo nel 1930 circa ed oggi, a distanza di oltre 80 anni, ancora si dibatte sull’emergenza trasporti e il futuro di ATAC Spa (fondata da Ernesto Nathan nel lontano 1909).
Un insieme tutto da studiare per comprendere appieno le dinamiche organizzative, urbanistiche e architettoniche della Roma fascista, colta agli albori del suo sviluppo.
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