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Carburi
Marino
Parigi, Nyon e Stoupe, 1777. In 2°, 433 x 287 mm. 12 tavole incise ripiegate, la maggior parte a doppia pagina, opera di Sellier e d’Elvaux su disegni di Blarenberg, piccolo rinforzo al margine interno della tavola V, bruniture, legatura coeva in mezza pelle e cartone, difetti e spellature. Ex libris al contropiatto del Conte Carburi.
€ 1.500 - € 2.500
Venduto per € 2.750
Note:
Prima e unica edizione di questa pregevole e rara opera di meccanica, in esemplare di illustre provenienza: dalla biblioteca dell’autore, il Conte Marino Carburi e familiari.
Nel 1768-69, la corte russa decise di elevare un monumento equestre alla gloria di Pietro il Grande, proporzionato nelle misure al ruolo e alla statura storica del grande zar. Il progetto approvato, quello del Falconet, prevedeva una statua di bronzo raffigurante Pietro il Grande che sopra un cavallo rampante calpesta e uccide un serpente. A renderne l'idea dell'impervietà, si era deciso di porre la statua su un basamento a forma di rupe scoscesa.
Facendo notare che, se composito, un simile basamento non avrebbe retto all'usura del tempo, il Carburi si assunse la responsabilità del trasporto di un monoblocco sufficiente, presentando alla corte il progetto del macchinario necessario. L'imperatrice, il Betxky, "ministro ai pubblici edifici", e lo stesso Falconet discussero e approvarono il progetto dei Carburi. Il masso di granito, dopo lunga ricerca, si trovò immerso in una palude. Si trattò perciò di trasportarlo utilizzando le geniali strutture ideate dal Carburi, qui rappresentate, dove si anticipa l’idea della ferrovia e del cuscinetto a sfera.
Il trasporto durò sei settimane, per percorrere quattordici miglia, quattro via terra, dalla palude alla Neva, e dieci lungo il fiume fino a Pietroburgo. Il Carburi ebbe occasione di mostrare la sua genialità anche quando si trattò di organizzare il trasporto per nave. Il barcone predisposto dai genieri dell'ammiragliato, infatti, non resse al peso mal distribuito del masso, e cominciò a cedere. Allora Carburi fece riequilibrare con nuovi pesi il carico della nave, ordinò si accostassero due fregate alle fiancate del barcone e, fatto un ponte, vi fece caricare sopra il masso. Costruì quindi un piedistallo, con colonne di legno poste a raggiera, di modo che il peso del masso si distribuisse ugualmente sulle strutture portanti del barcone e vi fece riadagiare il blocco di granito. L’impresa riuscì e Carburi venne generosamente ricompensato dall’Imperatrice Caterina. Dopo aver viaggiato e vissuto a Parigi, ritornè a Venezia e quindi a Padova, dove ritornato nel 1795, per interessamento del fratello Marco ebbe la cattedra di fisiologia all'università. In questa città morì probabilmente nel 1801.
Cicognara, 3400: "Opera celebrata meritamente, ove in 12 tavole è descritta questa famosa operazione"; Berlin Katalog 1794.
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