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Malaparte, Curzio [Suckert, Curzio]
Bell’insieme composto da 4 lettere autografe e firmate e alcuni documenti dattiloscritti, databili agli anni 1923-’26. 1923
€ 1.000 - € 1.200
Venduto per € 1.500
Note:
Le tre missive del 1923, in 8° per un totale di 12 pp., sono datate 11 ottobre, 10 novembre e 29 novembre; tutte indirizzate ad un anonimo "Commendatore Rossi".
Suckert si trova a Parigi per la "Costituzione dei Comitati franco-italiani per la tutela della mano d'opera italiana in Francia", ma è preoccupato dell'atteggiamento di alcune organizzazioni sindacali francesi, che appaiono apertamente ostili. La questione è capire le intenzioni del Governo italiano circa la creazione di sindacati e consigli tecnici,"o parlamenti del lavoro, o consigli sindacali, o Costituente sindacale", perché da tale atteggiamento dipendono le mosse di Suckert a Parigi. In Francia, il possibile piano sul lavoro di Mussolini è visto di buon occhio, per cui l'opinione "radico-socialista" francese potrebbe seguirlo. Nella successiva missiva del 10 novembre gli riferisce dei suoi rapporti con la stampa parigina, coi corrispondenti italiani di varie testate e con alcuni esuli, usando parole pesanti ad esempio contro Ricciotti Garibaldi. "La Francia è un terreno delicatissimo per noi, e non va trascurato". Avverte soprattutto la necessità di "...proteggere politicamente i nostri operai, che appena giunti in Francia sono costretti a togliersi il distintivo dei Fasci o delle Corporazioni e a dir male del fascismo e del Governo. E' uno stato di cose che non può durare, che fa gran male al nostro prestigio nazionale. (...)" Figura di rilievo nel panorama francese è quella di Alceste de Ambris, che torna in queste conversazioni in quanto personaggio autorevole ma pericoloso per il regime (in data 5 ottobre 1923 scrive sempre al Rossi di un colloquio avuto con De Ambris). Già nella missiva del 29 novembre, a seguito di incidenti occorsi tra comunisti e operai di De Ambris, denota un cambio di atteggiamento: "Qui l'opinione pubblica si sta montando rapidamente contro noi. Credo che anche il Governo attraversi un periodo di italo-fobia." Allegate nel lotto alcune relazioni dattiloscritte e lettere sempre relative alla situazione francese del mondo del lavoro, in cui si evidenzia la posizione di Suckert circa la politica da adottare: sfiducia chiara verso i sindacati di Rossoni e schieramento "dalla parte delle masse, e fare una vera e propria politica sindacale".
La lettera del 14 settembre 1926 a Gasperini denota un cambio di scenario e di umore: Curzio Suckert è diventato, dal dicembre 1925, Curzio Malaparte e può permettersi di dare delle stoccate al Regime. "...Sono stato anch'io, tempo fa, ammalato di spirito quarantottesco, e sono stato anch'io ingiusto nei vostri riguardi: ma non mai fino al punto al quale si arriva oggi. Se va avanti così con questa mancanza di serietà, povero Fascismo! Ma sono felice, perché i migliori squadristi di qui non si sono prestati al gioco: sono quasi sempre rimasti vicino al mio letto. (...)".
Il ritratto di un giovane Malaparte venticinquenne, meno attivista e più cospiratore, forse segreto informatore del Regime, in grado di riferire e indirizzare gli umori francesi in un periodo di necessario posizionamento del Regime nel contesto europeo.
Tutto da studiare.
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