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Papini, Giovanni
Bell’insieme di 7 lettere autografe indirizzate da Papini a Fernando Agnoletti (4) e al figlio Braccio (3), datate 17 VI e 10 IX 1914, 18.I.1916 e 7 I 1930, mentre le tre al figlio sono del 2 e del 12 luglio 1931 e dell’8 maggio 1936. 1914
€ 300 - € 350
Lotto non venduto
Note:
Le lettere testimoniano la proficua e lunga collaborazione tra Papini e Agnoletti, fatta di scambi di articoli, di volumi, di opinioni su questioni nodali della vita letteraria e politica italiana. Agnoletti è un fervido ammiratore di Papini, al punto di domandargli - nella missiva del 10 settembre 1914 - i manoscritti stessi delle sue opere: "Se vuoi comprare i mss. rivolgiti subito a Vallecchi dicendogli di non strapparli perché a me quasi manda le bozze soltanto. Gli scrivo anch'io. Quanto al prezzo non ti spaventare: se li metto 5 L. l'uno. (contando più d'un corto come uno lungo). Sei contento? Con questo po' po' di miseria che mi rimpasto anche qualche foglio da dieci mi sembra una gran cosa.(...)" Molto interessante questa passione per gli autografi papiniani, e per il tentativo di salvarli dall'officina vallecchiana. Nella missiva del 1916 parlano diffusamente di un progettato volume, che lui e Prezzolini appoggiano ma del quale evidenziano ritardi e difficoltà di ordine pratico. Nella lettera del 1930 Papini denuncia le difficoltà economiche in cui versa e l'impossibilità dunque di soddisfare le sue richieste. Nelle lettere al figlio, scritte durante la malattia del padre che morirà di cancro nel 1933, si parla di una progettata ri-edizione del Giardino e l'Isonzo, che effettivamente vedrà la luce nel 1937 sotto gli auspici del Regime (ma con la richiesta di Mussolini stesso, esaudita, di espungere il capitolo intitolato "Delenda Germania"...per ovvie ragioni politiche).
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